Ah,
se invece che verticale
fosse
orizzontale la vita
In
quegli occhi amerei cercare
ogni
ragione della mia
fin
quando non scoprissi loro
esserne
la causa e l’effetto,
la
vera ascissa e l’ordinata
costante
dei miei giorni eterni
Sì,
forse una funzione lega
l’esistere
e il suo permanere
Non
andrebbe dunque d’avere
dubbi
d’inchiostro coagulato,
tracce
di nulla che lasciassero
carezze
illecite di caos
consegnate
alla libertà
illusoria
della finzione
Ma,
è il cielo infinito o termina
al
limitare del compreso?
Dove
il sorriso di una mente
riuscisse
ad esplorare il buio
dando
metro al baratro oscuro
e
i rimbalzi del suono amassero
avvilupparsi
sugli spazi
del
senso, alto sarebbe il vivere
Oh,
derivano ombre dal panico
che
tutto rilegge allo zero
Avrà
odore la pelle intenso
di
pace dopo la tragedia
come
l’amata che sapesse
di
casa buona nelle calde
tonalità
intime d’un dialogo
mutante
d’argomento e d’anima
Già,
di sogno integrale è l’area
che
nel sempre conta il momento
Tutto
comprendesse l’abbraccio,
l’albero
e la scure omicida,
ferro
freddo sul cuore vile
di
chi mente la morte e inganna
la
vita sua e l’altrui non ama,
onde
incuranti i rami gemmino
Bè,
è una sommatoria d’attimi
in
serie ogni finale analisi
Se
un bacio profondo di mare
donasse
potenza alla curva
del
mio destino, altra potenza
ne
dedurrei nel ricentrarla
determinando
lui in ciascun
elemento
della speranza
No,
non c’è calcolo che sveli
le
infinite paure del mai
più,
mentre generoso l’eros
contende
al thanatos l’Amore