Velate stelle conobbi
quando tra i monti d’Abruzzo
lo strappo delle calaze
mischiò il bianco con il rosso
impazzito
nel cervello già provato
che mi trascinavo dietro
e poi folle
intravvidi nelle conche
che i monti non trattenevano
straripare come a dighe
crollate, varcate, aperte,
transumare
verso l’Adriatico facile
a penetrare e sporcare
di loro proprie coscienze,
obliare il prima ed il dopo
Al contrario
io mi volsi
alle cime
che riamavano
ogni passione prodromica
di passato
meditato
e certo del mio futuro
di sofferta vita
e adatto
però a che
quelle stelle
svelassi ora finalmente
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