martedì 14 febbraio 2017

Non mi lasciare (Ne me quitte pas)

Ieri, durante l'incontro "Arte Condivisa" di ArteKreativa, ho recitato, non proprio benissimo!, una mia traduzione letterale della celebre "Ne me quitte pas" di Jacques Brel.
Poi, la sera, quei versi francesi mi frullavano ancora in testa e mi è venuto spontaneo buttarli giù in una nuova traduzione, stavolta meno letterale ma comunque sempre aderente all'originale, in endecasillabi.
Eccola qua.



Non mi lasciare, bisogna scordare,
tutto può essere scordato, chi già
se n’è fuggito via, scordare il tempo
dei malintesi e tutto il tempo perso
a sapere come dimenticare
le ore che a colpi di perché ammazzavano
il cuore della mia felicità
Non mi lasciare, no, non mi lasciare
Non mi lasciare, no, non mi lasciare
Io ti offrirò delle perle di pioggia
venute da Paesi dove non piove,
scaverò la terra fin dopo morto
per coprire il tuo corpo d’oro e luce,
fonderò un dominio dove l’amore
sarà re, dove l’amore sarà
legge, dove tu ne sarai regina
Non mi lasciare, no, non mi lasciare
Non mi lasciare, no, non mi lasciare

Non mi lasciare, inventerò per te
delle parole senza nessun senso
che tu comprenderai, ti parlerò
di quegli amanti là che per due volte
han visto i loro cuori riattizzarsi,
ti narrerò la storia di quel re
morto del non averti mai incontrata
Non mi lasciare, no, non mi lasciare
Non mi lasciare, no, non mi lasciare
Si è visto spesso ributtare fuoco
dal vulcano antico che era creduto
essere troppo vecchio, e, così sembra,
sono le terre bruciate che danno
più grano del miglior aprile e quando
viene sera perché il cielo fiammeggi
il rosso e il nero si sposano o no?
Non mi lasciare, no, non mi lasciare
Non mi lasciare, no, non mi lasciare

Non mi lasciare, non sto più per piangere,
non più a parlare, mi nasconderò
qui ad osservarti ballare e sorridere
e ad ascoltarti cantare e poi ridere
Fa’ che sia l’ombra dell’ombra tua, l’ombra
della tua mano, l‘ombra del cane tuo
Non mi lasciare, no, non mi lasciare
Non mi lasciare, no, non mi lasciare

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