giovedì 7 aprile 2011

Comicità involontaria

Ora che si riavvicina la Settimana Santa, mi imbatto in un altro appunto, del 27 marzo di tre anni fa, allora nel tempo pasquale, che pubblico leggermente riadattato e volgendo i verbi al tempo passato, sebbene l’attualità sostanziale resti.

Tutto avrei immaginato da una mattina del Sabato Santo meno le due perle più comiche d’una settimana minata nella purezza della santità: non pia, non pietosa.
Intorno alle 9:30, Paola Saluzzi, altrove scomparsa, metteva in mostra il fervore clericale che ancora sta pervadendo molti (credenti e non) prestando il corpo biancovestito, comunque alquanto attillato, e la voce. Però separati! Eccola incedere solenne e ispirata per chiese e luoghi francescani d’Assisi, strisciare allusiva la mano sulle pietre (“le pietre che parlano”!), come in certi film anni ’60-70, “recitando” fuori campo (perché?) un testo scritto da altro autore intersecato da altre quattro voci che citavano Giovanni Paolo II e altro (spero anche il Vangelo).
Empiamente comico.
Finito, girai su un altro canale, erano circa le 10:00, c’era un’intervista. L’arcivescovo di Bologna, Caffarra, diceva al padre di Lapo Elkann che due punti fondamentali dell’educazione sono l’autorevolezza di chi la trasmette e la proposizione di modelli positivi da parte degli adulti ai giovani. Al che l’imbarazzato intervistatore replicava qualcosa tipo: “Spesso gli adulti sono più confusi dei figli”.
Impietosamente comico.

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